:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 
« torna indietro | leggi il testo | scrivi un commento al testo »

Commenti al testo di Rosetta Sacchi
Noi che amiamo Leopardi

Sei nella sezione Commenti
 

 Vincenzo Corsaro - 24/10/2022 18:11:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Bellissima dedica che mi ha anche commosso. Letta e riletta perché catturato da un’atmosfera magica che imprigiona l’animo di chi legge e siccome so che mi dilungherei molto, dico semplicemente che è stupenda perché poche volte ne ho lette come questa. Complimenti e un caro saluto:)

 Angelo Naclerio - 24/10/2022 02:02:00 [ leggi altri commenti di Angelo Naclerio » ]

Intanto molto mi piace la poesia che a qualcuno dedicata nasce.
Secondo me Giacomo avrebbe assai gradito questa Rosetta,
il tuo discorrere musicato tra Lui e te.
Del resto, qual’è del sanguineo sentire
il luogo, quale il tempo il fumo
l’Arte il profumo
la persona immersa nella sua tanta
poca profondità quotidiana
particella di passione rapita
nella terrena storia delle passioni
creatura subito grande d’emozioni?
Quale è del vermiglio sentire
l’imaginoso sonno tradito
l’aria insincera
la terrenità disattenta,
la brezza sincera
l’umanità attenta
il sogno ben custodito?
Sette note
ha cremisi il sentimento
-quand’anche patimento-
e dieci dita danzanti
e suoni parole e canti
e vermigli frutti palpitanti,
seppur il cuor duole,
a costruir veritiera vita
così com’Ella sola vuole
da Bellezza scolpita.

Memore di Silvia, delle tantissime donne in poesia cantate o di poesia autrici, in questo "Villaggio" ti mando un poetico abbraccio.

 Gil - 23/10/2022 21:13:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Il verso lungo, il suo tono prosastico rendono efficacemente quella malinconia inquieta, perché cosciente di percorso destinale a tratti infelice (leopardianamente infelice); ciò avviene grazie a una scrittura sorvegliata, tramata di cultura, di letture e formazione adolescenziali; si avverte poi, qui la cifra testuale più preziosa, a mio modesto parere, l’assoluta autenticità dell’io poetico, ancorché questi non coincidesse con l’io autoriale, al lettore ciò non deve interessare, che fa da specchio emozionale a colui che vi s’immerge in lettura.